Realtà Virtuale: Che cos’è, come funziona e come rivoluzionerà il tuo business
La realtà virtuale (VR) è passata da curiosità futuristica a tecnologia abilitante diffusa in molti settori. Leader tecnologici come Mark Zuckerberg la descrivono come “la prossima piattaforma informatica” destinata a rivoluzionare il nostro modo di lavorare, interagire, imparare e giocare. Già oggi, la VR non è più un semplice esperimento da laboratorio, ma uno strumento innovativo impiegato professionalmente in ogni campo.
Le sue applicazioni spaziano dall’intrattenimento alla formazione, dalla progettazione al marketing, creando enormi opportunità: il mercato globale della realtà virtuale e aumentata, già del valore di circa 1 miliardo di dollari, è previsto in crescita oltre i 120 miliardi di dollari nei prossimi anni.
In questo articolo esploreremo tutti i principali campi di applicazione della realtà virtuale, sia in ambito commerciale che informativo, evidenziandone i vantaggi, le opportunità di business e gli sviluppi tecnologici, con esempi concreti tratti dalla realtà attuale.

Che cos’è la realtà virtuale e perché oggi se ne parla così tanto?
Una esperienza di realtà virtuale consiste nell’entrare in una simulazione digitale interattiva generata al computer. L’attrezzatura principale è il visore VR, un casco con schermi per ciascun occhio, che copre completamente la vista dell’utente e gli fornisce le immagini stereoscopiche e l’audio del mondo virtuale. Miriadi di sensori (nel visore e nei controller) tracciano i movimenti della testa e del corpo, così che ogni spostamento o gesto venga tradotto nell’ambiente simulato in tempo reale. In questo modo, l’utente ha l’illusione di “trovarsi” fisicamente dentro uno scenario artificiale. Le scene virtuali possono basarsi su fotografie o video di luoghi reali, oppure essere create interamente in computer grafica (CGI). In entrambi i casi, la realtà virtuale consente alle persone di esplorare praticamente qualsiasi universo possibile, dalle strade di una città straniera alla superficie di un lontano pianeta immaginario.
Esistono varie categorie di sistemi VR. I più performanti prevedono visori collegati a un PC ad alta potenza di calcolo (ad esempio Oculus Rift o HTC Vive), in grado di offrire grafica sofisticata e interazioni complesse. Altri dispositivi sono visori stand-alone (autonomi, es. Oculus/Meta Quest) che funzionano senza fili e senza PC, grazie a hardware integrato. Vi sono infine soluzioni VR tramite smartphone, come il semplice Google Cardboard, un visore economico in cui inserire il telefono per vivere esperienze VR basilari. Oltre al casco, spesso la VR impiega controller manuali impugnabili (uno per mano) o altri accessori: questi permettono di interagire con gli oggetti virtuali, ad esempio afferrando, puntando o premendo trigger nel mondo simulato. In contesti avanzati si usano anche guanti sensorizzati o tute aptiche, che restituiscono sensazioni tattili e di movimento all’utente, aumentando il livello di immersione.
Grazie a queste tecnologie, la realtà virtuale può coinvolgere molti sensi e dare un forte senso di presenza in un ambiente digitale. L’utente vede uno spazio tridimensionale a 360 gradi intorno a sé, spesso ascolta audio spazializzato (suoni provenienti dalle direzioni corrette) e, in alcuni sistemi, può anche toccare o muoversi fisicamente nello spazio (tramite tappetini omnidirezionali o tracking della stanza).
Questo immersione multisensoriale inganna il cervello quel tanto che basta a fargli “credere” temporaneamente di essere altrove: il mondo virtuale sostituisce, in parte, la normale percezione di quello reale.
Realtà virtuale vs. realtà aumentata (e mista)
È importante distinguere la realtà virtuale dalla realtà aumentata (AR), a cui viene spesso accostata. Nella VR l’utente è completamente immerso in un ambiente digitale e non vede il mondo reale circostante. La realtà aumentata, invece, mantiene la visione del mondo reale arricchendolo con elementi virtuali sovrapposti. Ad esempio, con un’app AR basta inquadrare l’ambiente tramite la fotocamera dello smartphone: sullo schermo compariranno contenuti digitali aggiuntivi integrati con la scena vera. Un famoso esempio è il gioco Pokémon GO, in cui creature virtuali compaiono nell’inquadratura del telefono come se fossero presenti nell’ambiente reale. In sintesi, l’AR aumenta la realtà che vediamo con informazioni o oggetti virtuali, mentre la VR sostituisce completamente la realtà visiva con una simulazione.
Esiste anche una via di mezzo, la realtà mista (MR), dove elementi reali e virtuali coesistono e interagiscono. In un’esperienza MR, l’utente potrebbe indossare occhiali trasparenti o con telecamere pass-through che gli permettono di vedere l’ambiente reale, su cui però vengono inseriti ologrammi 3D con cui si può interagire. Ad esempio, potrei vedere il mio ufficio reale ma con un oggetto virtuale appoggiato sul tavolo, afferrabile con la mano. La MR rappresenta una convergenza tra VR e AR.
Queste tre tecnologie (VR, AR, MR) rientrano tutte nella cosiddetta XR (extended reality), ovvero realtà estesa, che indica qualunque combinazione di reale e virtuale. Nel resto dell’articolo ci concentreremo comunque sulla realtà virtuale “pura”.
Realtà virtuale immersiva: cos’è e come funziona
Il concetto di realtà virtuale immersiva racchiude l’essenza della VR. L’utente non assiste passivamente a un contenuto su uno schermo, ma “entra” letteralmente nell’ambiente simulato, sentendosi parte di esso. Questa immersione si realizza attraverso specifici dispositivi realtà virtuale, come il visore (con lenti per la visione stereoscopica), cuffie per l’audio spaziale e controller con sensori di movimento.
Il visore, in particolare, proietta due immagini leggermente diverse (una per ogni occhio), permettendo al cervello di percepire la profondità della realtà virtuale 3D. Il tracciamento dei movimenti della testa (e talvolta del corpo intero) fa sì che la scena virtuale cambi prospettiva in tempo reale, rispondendo ai movimenti dell’utente. Così, quando giriamo la testa nella VR, guardiamo a sinistra o a destra come faremmo nel mondo reale, potendo esplorare l’ambiente simulato a 360 gradi.
L’audio spaziale gioca un ruolo determinante nell’illusione dell’immersività: se un suono proviene da dietro o da sopra di noi, il sistema audio riproduce fedelmente tale direzione, aumentando la sensazione di trovarsi davvero “dentro” quel contesto. In alcune applicazioni avanzate, si aggiungono vibrazioni o feedback aptici per simulare tattilmente ciò che sta avvenendo nell’ambiente virtuale, chiudendo il cerchio dell’esperienza sensoriale.
La realtà virtuale immersiva risulta particolarmente efficace in attività di formazione, simulazione, test di nuovi prodotti e presentazioni marketing di forte impatto emotivo. Pensiamo, ad esempio, a un addestramento militare o di pronto soccorso: grazie alla realtà virtuale, ci si può allenare in sicurezza, affrontando contesti ad alto rischio senza pericoli reali.
Realtà virtuale 3D: oltre lo schermo verso un mondo di possibilità
Quando parliamo di realtà virtuale 3D, mettiamo l’accento su quell’effetto stereoscopico che dà vita a una vera e propria “tridimensionalità”. Non si tratta più di osservare semplici immagini piatte su uno schermo, ma di percepire con precisione profondità, volumi e distanze. Questo aspetto apre un ventaglio di possibili utilizzi che va ben oltre il semplice divertimento:
- Architettura e design: grazie a modelli 3D immersivi, architetti e interior designer possono mostrare ai clienti come appariranno stanze e arredi prima di costruirli o acquistarli.
- Formazione industriale: la realtà virtuale 3D permette di simulare l’uso di macchine complesse in modo sicuro e ripetibile, evitando di interrompere i flussi di produzione.
- Marketing e fiere: uno stand virtuale può offrire ai visitatori un tour interattivo di prodotti, impianti o sedi aziendali, aggiungendo un forte impatto emotivo e superando i limiti di spazio fisico.
L’avvento dei visori realtà aumentata e dei dispositivi realtà virtuale più potenti, uniti alla crescita della grafica computerizzata, ha reso la realtà virtuale 3D sempre più realistica. Ciò significa che sperimentiamo un mondo digitale in cui luci, ombre e materiali appaiono quasi indistinguibili da quelli reali, aumentando la credibilità dell’esperienza e il suo potenziale di coinvolgimento.

Dispositivi realtà virtuale: come sceglierli e quali caratteristiche valutare
Affinché un’esperienza di realtà virtuale immersiva sia davvero efficace, servono dispositivi all’altezza. Ecco i principali dispositivi realtà virtuale e le caratteristiche da considerare:
- Visori VR Standalone: non richiedono un PC o uno smartphone. Hanno processore e batteria integrati, risultando semplici da utilizzare e comodi da trasportare. Sono ideali per eventi, fiere e dimostrazioni veloci. Pur non avendo sempre la potenza di rendering di un PC di fascia alta, offrono un buon compromesso tra qualità e praticità.
- Visori VR collegati a PC: si connettono a un computer con elevate prestazioni grafiche e di calcolo. Permettono di ottenere esperienze di realtà virtuale 3D molto avanzate, con movimenti fluidi e grafica iperrealistica. Richiedono, però, un setup più complesso, con cavi di connessione o sensori di tracciamento.
- Controller e sensori: per interagire con il mondo virtuale, i visori utilizzano controller dotati di sensori di movimento (giroscopi, accelerometri, telecamere), che tracciano la posizione delle mani nello spazio digitale. Alcuni sistemi più avanzati riescono persino a riconoscere le dita e i gesti.
- Visori di realtà aumentata: occhiali o “lenti” trasparenti che mostrano il mondo reale “aumentato” da livelli digitali (informazioni testuali, oggetti tridimensionali, animazioni). Questi dispositivi si collocano tra la VR totale e la fruizione di contenuti su smartphone.
Prima di investire in un set di dispositivi realtà virtuale, vale la pena analizzare le proprie esigenze di business, il budget disponibile e il tipo di esperienza che si desidera offrire ai clienti o ai collaboratori.

Come implementare la realtà virtuale nel tuo business
Se desideri adottare la realtà virtuale o la realtà virtuale aumentata immersiva nella tua azienda, ecco alcuni passaggi chiave da seguire:
- Analisi delle esigenze: prima di tutto, valuta in che modo la VR o la AR possano risolvere problemi o creare opportunità nel tuo specifico settore. Vuoi migliorare il marketing? Offrire formazione di alto livello al personale? Ridurre costi di prototipazione?
- Stabilire un budget e un obiettivo: una volta definite le finalità, occorre capire quanto investimento si è disposti a sostenere e quali risultati (ROI) ci si aspetta di ottenere.
- Selezionare i giusti dispositivi: se serve qualità grafica elevata, potrebbe essere necessario un visore VR collegato a un PC. Se l’obiettivo è portabilità e semplicità, un visore standalone potrebbe bastare. Per esperienze di AR, serviranno visori realtà aumentata dedicati.
- Progettazione e sviluppo del contenuto: qui entra in gioco la creazione degli ambienti 3D, l’integrazione di modelli virtuali dei tuoi prodotti o impianti, la definizione delle interazioni e degli scenari di utilizzo.
- Testing e ottimizzazione: è fondamentale provare più volte l’esperienza VR prima del lancio, per correggere eventuali bug, migliorare l’usabilità e garantire la massima fluidità.
- Formazione del personale: assicurati che il tuo team sappia utilizzare e promuovere correttamente le soluzioni VR o AR. Se l’adozione riguarda la formazione interna, predisponi corsi e materiali di supporto.
- Lancio e promozione: comunica ai clienti l’innovazione che stai offrendo. Se possibile, organizza un evento di presentazione, magari invitando partner e potenziali acquirenti a testare in prima persona la realtà virtuale.
Campi di applicazione della realtà virtuale
La VR ha ormai applicazioni in un’ampia gamma di settori, sia rivolti al consumatore finale sia in ambito business e scientifico. Di seguito vediamo i principali campi in cui la realtà virtuale sta avendo un impatto significativo, con esempi di utilizzo in ciascuno.

Interior Design e architettura
La belle arti e l’arte digitale hanno abbracciato la realtà virtuale come nuovo mezzo espressivo. Artisti contemporanei di fama mondiale – ad esempio Marina Abramović, Laurie Anderson e Anish Kapoor – hanno trovato nella VR uno straordinario strumento creativo per coinvolgere il pubblico in ambienti e installazioni altrimenti impossibili. Grazie alla VR, un artista può creare mondi surreali, paesaggi onirici o esperienze sensoriali totalmente immersive che lo spettatore può vivere dall’interno, anziché limitarsi a osservarle su una tela o in una galleria. Diversi musei hanno iniziato a ospitare esposizioni VR, fornendo visori ai visitatori per entrare dentro opere d’arte virtuali. Se inizialmente la VR in ambito museale era usata solo come strumento didattico (per fornire approfondimenti interattivi), oggi viene riconosciuta come nuovo medium artistico a pieno titolo, ampliando il linguaggio dell’arte contemporanea.
Nel design e nella progettazione industriale, la realtà virtuale sta rivoluzionando i processi di lavoro. I progettisti possono modellare prototipi in 3D all’interno della VR usando appositi software: ad esempio, programmi di scultura virtuale permettono di plasmare oggetti digitali con gesti delle mani simili a quelli della scultura tradizionale, ma con la potenza della grafica computerizzata. Questo consente di ottenere forme e dettagli con maggiore naturalezza, e di visualizzare in scala reale il progetto mentre viene creato. Un designer automobilistico, per dire, può indossare un visore e “entrare” dentro il modello virtuale di un’auto che sta progettando, esaminando gli interni e la plancia come se fosse già costruita. La VR facilita anche la collaborazione nel design: team di progettazione dislocati possono ritrovarsi in uno spazio virtuale comune attorno al prototipo 3D, discutendo modifiche in tempo reale come se fossero nella stessa stanza. Tutto ciò accelera i cicli di progettazione e riduce la necessità di costosi prototipi fisici multipli.
In architettura e interior design la realtà virtuale ha avuto un impatto notevole. Tradizionalmente, architetti e designer d’interni presentavano i loro progetti ai clienti attraverso disegni, planimetrie, rendering o modellini in scala. Oggi, grazie alla VR, è possibile fornire al cliente un’anteprima immersiva dell’edificio o dello spazio progettato ancor prima che venga realizzato. Studi di architettura all’avanguardia allestiscono visite virtuali: il cliente indossa un visore VR e si ritrova a camminare all’interno della futura casa o ufficio, potendo esplorarne le stanze a grandezza naturale, osservare i materiali e gli arredi scelti e percepire realmente la scala degli ambienti. È anche possibile interagire con la scena, ad esempio provando a cambiare il colore delle pareti, spostare virtualmente i mobili o accendere e spegnere luci, per testare diverse soluzioni progettuali. Questo modo di presentare i progetti aumenta la comprensione da parte del cliente e riduce gli equivoci, facilitando un feedback più concreto e riducendo modifiche in fasi avanzate. Di fatto, la VR sta diventando un nuovo standard nel settore dell’architettura per la comunicazione del progetto e la vendita immobiliare, offrendo esperienze di virtual tour di appartamenti o edifici in costruzione a potenziali acquirenti, i quali possono “visitare” decine di immobili comodamente dall’agenzia o da casa.
Turismo Culturale
Turismo e esperienze culturali
La realtà virtuale permette di viaggiare con la mente verso luoghi lontani o epoche passate senza uscire di casa. Nel settore turistico, questa tecnologia viene utilizzata per offrire esperienze immersive di viaggio che possono sia anticipare e promuovere la visita reale, sia costituire esse stesse un prodotto di intrattenimento. Indossando un visore VR, è possibile ad esempio passeggiare per le strade di una città straniera, ammirando monumenti e panorami come se si fosse lì in persona, oppure esplorare la superficie di un pianeta immaginario in un’avventura virtuale fantascientifica. Tour operator e enti del turismo hanno iniziato a creare virtual tour delle proprie destinazioni: si possono visitare virtualmente le spiagge e gli hotel di un’isola tropicale, salire sulla Torre Eiffel godendosi la vista di Parigi a 360°, o sorvolare i fiordi norvegesi al tramonto. Queste anteprime immersive aiutano i viaggiatori a scegliere la meta, dando un assaggio realistico delle emozioni che proveranno, e per i luoghi meno conosciuti rappresentano uno strumento di promozione innovativo.
Il turismo virtuale non si limita però alle anteprime: può diventare un’esperienza in sé per chi, per motivi economici, di salute o logistici, non può viaggiare fisicamente. Ad esempio, durante i lockdown dovuti al Covid-19, molte persone hanno trovato nella VR un modo per evadere oltre le mura di casa, visitando musei e città in modalità virtuale. Oggi esistono piattaforme che offrono viaggi virtuali guidati: una guida turistica in carne e ossa, con il suo avatar, accompagna un gruppo di visitatori virtuali attraverso una città ricostruita in 3D o tramite video 360°, mostrando loro i punti di interesse e rispondendo alle domande in tempo reale. Non è un sostituto del viaggio reale, ma un nuovo genere di esperienza interattiva a metà tra documentario e videogioco educativo.
Accanto al turismo, la VR trova applicazione nelle esperienze culturali e nel patrimonio storico-artistico. Molti musei e siti archeologici stanno adottando soluzioni VR per arricchire la visita. Ad esempio, in alcuni musei archeologici è possibile indossare un visore e vedere ricostruzioni virtuali di come apparivano templi o città antiche nel loro periodo di massimo splendore: le rovine si “ricompongono” digitalmente intorno al visitatore, che può così comprendere meglio la storia. Oppure, musei d’arte offrono visori ai visitatori per entrare in alcuni dipinti famosi trasformati in ambienti tridimensionali, così da esplorare la scena pittorica da prospettive nuove e scoprirne i dettagli nascosti.
Un esempio emblematico è l’esperienza VR offerta ai Mercati di Traiano a Roma, dove è possibile vedere l’antico Foro di Traiano ricostruito in VR mentre si cammina tra le rovine reali: unisce realtà e virtuale per far “rivivere” la storia sul posto. Altri progetti hanno realizzato tour virtuali di luoghi culturalmente importanti, come la ricostruzione in VR delle grotte di Lascaux con i suoi dipinti preistorici, o dell’affondamento del Titanic per musei marittimi. Inoltre, la VR consente di digitalizzare mostre itineranti e portarle a un pubblico globale: un appassionato d’arte in Italia può visitare in VR una mostra temporanea che si tiene a New York, ad esempio.
Queste esperienze culturali in realtà virtuale hanno un duplice valore: da un lato educativo, perché rendono l’apprendimento della storia e dell’arte più dinamico e coinvolgente; dall’altro conservativo, perché permettono di fruire di beni culturali delicati senza toccarli (si pensi alle tombe egizie o alle grotte con pitture rupestri, dove l’accesso è limitato per preservarle: la loro copia virtuale è accessibile a tutti senza impatto). In futuro, potremmo avere un vero e proprio “metaverso” del patrimonio culturale, una rete di musei virtuali interconnessi visitabili con un clic.
W&E srl è in grado di produrre esperienze immersive che trasformano la visita culturale in un’avventura educativa, rendendo la cultura accessibile anche a distanza e ancor più coinvolgente.

Medicina
In medicina la realtà virtuale offre strumenti innovativi sia per la cura dei pazienti sia per l’addestramento dei medici.
Sul fronte formativo, la VR viene utilizzata per la simulazione chirurgica e medica. Attraverso sofisticati simulatori, specializzandi e chirurghi possono esercitarsi in operazioni complesse in un ambiente virtuale che riproduce la sala operatoria. Ad esempio, indossando un visore e impugnando controller appositi, un chirurgo può provare un intervento al cuore su un paziente virtuale, con feedback aptico degli strumenti e visualizzazione 3D accurata dell’anatomia. Questo tipo di chirurgia virtuale contribuisce a preparare i medici alla sala operatoria senza rischi per i pazienti reali. Simulazioni simili esistono per procedure come la laparoscopia, l’endoscopia, la neurochirurgia: i medici possono ripetere l’intervento decine di volte finché non hanno confidenza, prima di operare dal vivo. La VR in medicina è usata anche per affinare altre abilità cliniche, ad esempio il riconoscimento di sintomi e diagnosi attraverso casi virtuali interattivi, oppure per allenare team chirurgici alla comunicazione e coordinazione durante operazioni complesse.
Dal lato terapeutico e riabilitativo, la VR sta aprendo nuovi orizzonti. In psicoterapia, la realtà virtuale viene impiegata nel trattamento di fobie, disturbi d’ansia e stress post-traumatico mediante terapia di esposizione controllata. La tecnica consiste nel far affrontare gradualmente al paziente lo stimolo che provoca paura o disagio, all’interno di un ambiente virtuale sicuro e modulabile dal terapeuta. Ad esempio, per trattare la fobia di volare, si può immergere il paziente in un simulatore di volo VR dove inizialmente si affrontano situazioni lievi (un volo breve e tranquillo) e poi, man mano che il paziente acquisisce sicurezza, si introducono varianti più sfidanti (volo con turbolenze, posti verso l’esterno, ecc.).
Nella realtà virtuale è possibile regolare con precisione gli scenari: nel caso della fobia sociale, ad esempio, il terapeuta può calibrare quanti avatar di persone sono presenti nella “stanza virtuale” durante un esercizio di parlare in pubblico, aumentando gradualmente il pubblico man mano che il paziente si abitua. Questa flessibilità, impossibile nel mondo reale, rende la VR uno strumento prezioso per superare paure in modo progressivo. Studi clinici mostrano buoni risultati: l’esposizione in VR suscita reazioni emotive simili a quelle reali, ma il paziente sa di trovarsi in una simulazione controllata e questo lo aiuta a gestire meglio l’ansia.
La VR viene usata anche per la gestione del dolore e la riabilitazione fisica. In alcuni ospedali, ai pazienti ustionati o cronici vengono forniti visori VR durante le terapie dolorose: distraendoli in ambienti virtuali rilassanti (come nuotare tra pesci tropicali o camminare in un bosco incantato), si è misurata una riduzione della percezione del dolore. Nella fisioterapia, esercizi ripetitivi possono diventare più stimolanti se trasformati in un gioco VR: ad esempio, un paziente in riabilitazione del braccio può indossare un visore e cercare di afferrare oggetti virtuali, compiendo movimenti terapeutici senza annoiarsi. Queste applicazioni, ancora sperimentali, indicano un potenziale enorme per migliorare l’aderenza alle terapie e i risultati clinici.
Un altro ambito è l’assistenza ai disabili: la VR può aiutare persone con disabilità motorie a sperimentare situazioni altrimenti precluse (come “camminare” virtualmente in ambienti vari) e allo stesso tempo allenare capacità motorie residue o usare protesi robotiche in ambienti simulati prima di applicarle nel reale.
Marketing, retail ed eventi commerciali
Anche il marketing e il retail stanno sfruttando la realtà virtuale per creare nuove esperienze e opportunità di business. La VR consente ai brand di instaurare un rapporto più diretto e immersivo con i clienti, offrendo qualcosa di più coinvolgente della solita pubblicità bidimensionale.
Nel settore retail (vendita al dettaglio) stanno emergendo i virtual showroom: veri e propri negozi o esposizioni virtuali dove l’utente può entrare con un visore e interagire con i prodotti in 3D. Un esempio pratico: un’azienda di arredamento può allestire uno showroom VR in cui il cliente da casa esplora diversi ambienti arredati, tocca virtualmente i mobili, ne cambia i colori o le finiture a piacimento e vede immediatamente il risultato. Questo spazio virtuale non ha i limiti di uno showroom fisico – può contenere un catalogo infinito di prodotti e può essere visitato da chiunque, ovunque e in qualsiasi momento.
LA W & E srl definisce lo showroom virtuale come la possibilità di creare uno spazio 3D in cui l’azienda presenta se stessa e i propri prodotti, organizza incontri virtuali e lancia novità, senza limiti di spazio e tempo. In pratica, un luogo di incontro interattivo tra azienda e cliente, sempre aperto. Per il cliente finale, significa poter guardare e informarsi sui prodotti vivendo l’esperienza di essere in showroom direttamente dal suo dispositivo, dove e quando vuole. Per il venditore o produttore, significa mostrare l’intera gamma, anche ciò che fisicamente non è in negozio, e comunicare in modo innovativo. Grandi marchi stanno investendo in queste soluzioni: nel settore automotive si vedono showroom VR per far provare virtualmente le auto ai clienti; nella moda, alcuni brand hanno creato boutique VR in cui l’avatar del cliente può “indossare” gli abiti; nell’elettronica di consumo, si offrono demo VR di nuovi gadget high-tech.
La VR viene utilizzata anche negli eventi fieristici e nelle presentazioni commerciali. Alle fiere di settore, sempre più aziende allestiscono postazioni VR presso i loro stand per attrarre visitatori con un’esperienza immersiva. Ad esempio, un’azienda di macchinari industriali può offrire un tour virtuale dell’interno di una sua macchina in funzione, oppure una ditta edile può far “volare” il visitatore sopra il cantiere di un grande progetto in fase di realizzazione. Queste esperienze immersive per fiere ed eventi catturano l’attenzione del pubblico e permettono di comunicare informazioni tecniche in modo più intuitivo. Anche per eventi promozionali rivolti al pubblico, come il lancio di un nuovo modello di auto o l’anteprima di un videogioco, la VR aggiunge quell’effetto wow: i partecipanti possono vivere un’anteprima virtuale esclusiva del prodotto, creando buzz e memorabilità attorno al brand.
Un altro aspetto del marketing in cui la VR fa la differenza è il brand storytelling: i marchi possono creare contenuti VR narrativi che trasmettano i valori del brand in modo esperienziale. Ad esempio, una compagnia di viaggi potrebbe sviluppare un’app VR che faccia sperimentare al pubblico uno scorcio di vacanza su una spiaggia tropicale al tramonto, associando il brand a sensazioni piacevoli e aspirazionali. Oppure un ente turistico di una città d’arte potrebbe offrire un tour VR delle sue bellezze culturali, invogliando le persone a visitarla di persona. In tutti questi casi la VR genera emozione e coinvolgimento, aiutando il messaggio di marketing a fissarsi meglio nella mente del consumatore.
Infine, la realtà virtuale sta aprendo la strada a nuove forme di eventi digitali. Conferenze, fiere e meeting aziendali si stanno sperimentando in ambienti VR multi-utente: invece di assistere a webinar via webcam, i partecipanti accedono con avatar a centri congressi virtuali, potendo fare networking informale avvicinando altri avatar, visitare stand virtuali e seguire presentazioni su maxischermi digitali. Giganti della tecnologia come Microsoft e Meta stanno investendo in piattaforme per riunioni in VR. In futuro, le aziende potrebbero organizzare conferenze stampa o incontri con clienti interamente in realtà virtuale, abbattendo i costi di viaggio ma mantenendo un’interazione più ricca di quella offerta dalle call video tradizionali.


Formazione e apprendimento
Nel campo della formazione professionale e dell’educazione, la realtà virtuale si sta rivelando un formidabile strumento didattico. Grazie alla VR è possibile addestrare o istruire le persone facendole esercitare in prima persona in scenari realistici e interattivi. Indossando un visore, gli allievi possono essere immers i in qualsiasi situazione e formati in qualsiasi parte del mondo*, senza doversi spostare fisicamente. Possono imparare facendo, commettendo errori senza conseguenze reali, e ripetere l’esperienza tutte le volte necessarie fino a padroneggiare il compito. Il tutto avviene in un ambiente completamente sicuro, senza la necessità della presenza fisica di un istruttore sul posto. L’efficacia di questo approccio immersivo è notevole: alcune ricerche indicano una efficacia formativa fino a 3 volte superiore rispetto ai metodi multimediali tradizionali. In altre parole, chi apprende in VR ricorda le informazioni e le procedure apprese molto meglio rispetto a chi guarda un video o ascolta una lezione frontale, perché le ha vissute in prima persona.
Le applicazioni pratiche sono moltissime. Addestramento aziendale: aziende manifatturiere utilizzano simulatori VR per istruire i nuovi operatori su macchinari complessi o linee di montaggio, facendoli esercitare virtualmente prima di metterli sulle costose apparecchiature reali. Formazione sulla sicurezza: lavoratori possono essere addestrati a gestire emergenze attraverso simulazioni di incendio, evacuazione o primo soccorso in VR, così da reagire prontamente in situazioni reali di pericolo. Ad esempio, esistono già simulatori in realtà virtuale per attività specifiche come la saldatura industriale, l’addestramento antincendio con estintore o la guida di carrelli elevatori in magazzino – tutte situazioni in cui l’errore nel mondo reale sarebbe rischioso o costoso, ma in VR si può imparare in sicurezza. Addestramento medico: gli studenti di medicina e i paramedici possono imparare procedure ospedaliere e di pronto intervento simulando scenari clinici in VR, da un codice rosso al pronto soccorso fino alla gestione di un paziente traumatizzato in ambulanza.
In ambito educativo scolastico, la VR rende possibili lezioni immersive difficilmente replicabili in aula. Si possono creare gite virtuali: ad esempio una classe di storia può “viaggiare” nell’antica Roma esplorando una ricostruzione virtuale del Foro Romano, oppure gli studenti di geografia possono visitare virtualmente l’Artide o il fondo dell’oceano. Materie STEM traggono vantaggio da laboratori virtuali dove gli studenti possono eseguire esperimenti di chimica o fisica in sicurezza, o manipolare modelli 3D di molecole, organi anatomici, sistemi solari, imparando tramite esplorazione diretta. Queste esperienze aumentano la motivazione e la comprensione, soprattutto per gli studenti più giovani nati nell’era digitale.
Un settore formativo trasversale potenziato dalla VR è quello della formazione a distanza. Grazie a piattaforme VR collaborative, è possibile far incontrare in un’aula virtuale studenti e docenti sparsi in luoghi diversi: all’interno della realtà virtuale possono avere lavagne virtuali, presentazioni 3D, oggetti con cui interagire, e comunicare verbalmente proprio come in presenza. Questo potrebbe rappresentare una nuova frontiera dell’e-learning, combinando la flessibilità della formazione online con l’interattività dell’esperienza in presenza.
Automotive
Nel campo dell’automotive la realtà virtuale viene utilizzata per creare prototipi virtuali.
I prototipi virtuali sono diventati estremamente realistici e quindi eccellenti per i test. Le soluzioni Barco di realtà virtuale di gruppo consentono a più persone di collaborare in un ambiente 3D virtuale con la possibilità di vedersi e comunicare, per migliorare ulteriormente l’efficienza della soluzione di realtà virtuale e consentire di ottimizzare gli investimenti.


Intrattenimento e media
Intrattenimento è il primo settore in cui la realtà virtuale ha trovato terreno fertile. In particolare, i videogiochi in VR sono probabilmente l’uso più immediato e noto della tecnologia. Indossando un visore per console (come PlayStation VR) o un dispositivo come Oculus Quest, i giocatori possono immergersi in ambientazioni virtuali ispirate a film di successo, a epoche storiche (dall’Europa medievale all’era del proibizionismo) o a mondi di fantasia. Questi videogiochi offrono un livello di coinvolgimento impossibile da ottenere su schermo piatto: il giocatore può guardarsi intorno a 360°, interagire con i personaggi e gli oggetti con i propri movimenti, e vivere l’azione “in prima persona” in senso letterale. Il gaming VR è ormai un settore consolidato, con titoli che spaziano da simulatori realistici (es. simulatore di volo, di guida, esperienze sportive) a giochi d’avventura, sparatutto e arcade, tutti accomunati dall’alto tasso di adrenalina e immersività.
La realtà virtuale però non è solo gioco: anche il cinema, il teatro e più in generale i media narrativi stanno sperimentando formati immersivi. Ad esempio, sono nati cortometraggi e film VR a 360° dove lo spettatore, tramite visore, può guardarsi intorno nella scena durante lo svolgersi della trama. Inoltre, durante la pandemia di COVID-19 molti registi teatrali hanno scoperto le opportunità offerte dalla VR per continuare a realizzare opere durante la chiusura dei teatri. In questi esperimenti di teatro virtuale, il pubblico da casa indossava un visore e diventava parte integrante della rappresentazione: poteva aggirarsi sul palco virtuale assieme agli attori digitali, vedere la storia dal punto di vista di diversi personaggi o persino scegliere tra finali alternativi. Queste forme di intrattenimento immersivo aprono nuove strade alla creatività narrativa, facendo evolvere il ruolo dello spettatore da passivo a attivo.
Anche gli eventi dal vivo stanno esplorando la VR: sono stati organizzati concerti musicali in realtà virtuale, dove gli utenti partecipano con avatar 3D in arene virtuali, oppure eventi sportivi trasmessi in VR a 360° che permettono allo spettatore di sentirsi a bordo campo. Sebbene ancora di nicchia, queste applicazioni dimostrano come la VR possa ridisegnare il concetto stesso di fruizione mediatica, rendendola interattiva e personale.
Settore militare e sicurezza
La realtà virtuale ha un lungo trascorso nel settore militare, dove da tempo viene impiegata per l’addestramento e le simulazioni belliche. Già dai decenni scorsi, gli eserciti utilizzano simulatori di volo e di veicoli corazzati per addestrare i piloti e i conducenti in ambienti virtuali sicuri: questa è a tutti gli effetti realtà virtuale (sebbene su schermi speciali o visori rudimentali), che consente di provare manovre e scenari di combattimento senza mettere a rischio vite né equipaggiamenti costosi. Oggi, con i visori VR moderni, le forze armate possono ricreare scenari di battaglia immersivi: un soldato con visore e fucile finto dotato di sensori può muoversi in un ambiente virtuale urbano o desertico dove compaiono nemici simulati, affinando le tattiche di squadra e la reattività al fuoco nemico. Analogamente, squadre speciali antiterrorismo possono esercitarsi in ricostruzioni VR di edifici o aeroplani in cui simulare irruzioni, liberazione di ostaggi e così via. Queste esercitazioni virtuali integrano (ma non sostituiscono) l’addestramento reale sul campo. La pratica “dal vivo” resta insostituibile, ma la VR è diventata un complemento efficace per preparare le truppe a situazioni diverse, difficili da ricreare altrimenti.
Oltre all’ambito strettamente militare, la VR è impiegata anche per la formazione delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco. I pompieri, ad esempio, possono addestrarsi a domare incendi virtuali: esistono simulatori in cui si indossa visore e controller a forma di estintore per praticare lo spegnimento di diversi tipi di fuochi in un edificio virtuale. Questo permette di imparare a valutare il comportamento del fuoco e a coordinarsi con la squadra, senza pericolo. I reparti di polizia possono simulare in VR operazioni ad alto rischio (come il controllo di sommossa, o la gestione di una rapina con ostaggi) per addestrare gli agenti alla gestione dello stress e al rispetto del protocollo in situazioni critiche. Anche gli operatori di protezione civile possono trarre beneficio da scenari VR di terremoti, alluvioni o disastri, così da prepararsi meglio agli interventi reali.
In ambito di sicurezza aziendale, la VR torna utile per formare il personale alle emergenze sul luogo di lavoro: ad esempio, i dipendenti di una fabbrica possono essere immersi in una simulazione di incidente industriale (come una fuga di gas) per imparare rapidamente cosa fare, oppure lo staff di un ufficio può simulare una procedura di evacuazione per incendio, memorizzando le vie di fuga in maniera interattiva e quindi più efficace che con una semplice prova fisica.
Nel complesso, la realtà virtuale consente nei settori militare e di sicurezza di aumentare la preparazione e ridurre i rischi durante l’addestramento, il tutto ottimizzando anche i costi (meno munizioni vere da consumare, meno mezzi in manutenzione per addestramento, ecc.). Con l’evoluzione delle tecnologie VR, questi scenari simulati diventeranno sempre più realistici, migliorando ulteriormente la qualità dell’addestramento.

Vantaggi della realtà virtuale e opportunità di business
La diffusione della realtà virtuale è guidata dai notevoli vantaggi che essa offre sia ai consumatori che alle imprese. Di seguito alcuni dei principali benefici e opportunità legati all’adozione della VR:
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Immersione e coinvolgimento: L’esperienza immersiva cattura l’attenzione dell’utente in modo molto più profondo rispetto ai media tradizionali, generando un forte coinvolgimento emotivo. Per un’azienda, ciò si traduce in clienti più interessati e in una comunicazione del messaggio più efficace e memorabile. Nel caso di contenuti formativi o informativi, l’utente assorbe le informazioni vivendo un’esperienza diretta, il che porta a una comprensione più duratura.
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Formazione più efficace: Come visto, l’addestramento in VR consente di apprendere facendo esperienza diretta, migliorando la memorizzazione e le performance. Alcune stime parlano di tassi di efficacia formativa fino a tre volte superiori rispetto ai metodi tradizionali. Ciò significa personale più preparato in meno tempo. Inoltre, l’istruzione immersiva può ridurre gli errori sul lavoro, perché i lavoratori hanno già “sperimentato” virtualmente ciò che devono fare prima di operare nel mondo reale.
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Sicurezza e riduzione dei rischi: La VR permette di simulare situazioni pericolose (voli aerei, interventi chirurgici, incendi, ecc.) senza esporre persone o cose a rischi reali. Ci si può esercitare a gestire emergenze o manovre delicate in un ambiente virtuale protetto. Questo porta a una migliore preparazione di fronte a eventi critici e, di conseguenza, a una riduzione degli incidenti o dei danni nella realtà. Ad esempio, un chirurgo che si è addestrato in VR sarà meno propenso all’errore in sala operatoria; un tecnico di centrale elettrica che ha provato in VR le procedure di emergenza reagirà più prontamente a un guasto reale.
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Risparmio di costi e di tempo: La realtà virtuale può abbattere diversi costi operativi. Nel design e nell’ingegneria, i prototipi virtuali sostituiscono in parte quelli fisici, riducendo le spese di materiali e le iterazioni di produzione. Nella formazione, un modulo VR può sostituire costose sessioni pratiche sul campo (si pensi al carburante risparmiato addestrando un pilota al simulatore invece che su un jet vero). La VR consente anche di ridurre i viaggi: meeting virtuali ed eventi online evitano spostamenti e trasferte, con risparmio di tempo per i dipendenti e minori emissioni per l’azienda (un beneficio anche ambientale). Pur avendo costi iniziali di sviluppo, le soluzioni VR su larga scala possono risultare economicamente vantaggiose nel medio termine.
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Accessibilità globale: Un’esperienza virtuale può essere fruita ovunque, da chiunque abbia un visore o persino tramite PC/smartphone (per esperienze non troppo complesse). Questo significa che un’azienda può raggiungere un pubblico mondiale senza aprire sedi fisiche: ad esempio, un cliente dall’Asia può visitare virtualmente uno showroom di un’azienda europea e interagire con i prodotti come se fosse lì. Allo stesso modo, un evento VR può accogliere partecipanti da ogni continente. Questa accessibilità abbatte le barriere geografiche e amplia il bacino di utenti potenziali, creando nuove opportunità di mercato internazionale.
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Innovazione e vantaggio competitivo: Offrire soluzioni VR all’avanguardia permette a un’azienda o ente di posizionarsi come innovatore nel proprio settore. Integrare la VR nei servizi può costituire un elemento differenziante rispetto alla concorrenza. Ad esempio, un’agenzia immobiliare che offra tour virtuali interattivi degli immobili in vendita avrà un vantaggio nel conquistare clienti rispetto a chi offre solo foto bidimensionali. Allo stesso modo, un istituto di formazione che propone corsi in VR potrà attirare più iscritti grazie alla maggiore efficacia e modernità della sua offerta. Investire in VR oggi può quindi tradursi in un vantaggio competitivo significativo e nell’apertura di nuove linee di business.
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Nuovi modelli di business: La crescita della realtà virtuale sta generando industrie del tutto nuove. Pensiamo ai VR arcade e centri di intrattenimento VR, dove le persone pagano per giocare in esperienze immersive fuori casa; oppure alle piattaforme di social VR, mondi virtuali persistenti dove gli utenti possono incontrarsi, socializzare e fare acquisti digitali (un precursore di quello che viene chiamato metaverso). Anche nel settore culturale ed educativo nascono servizi VR on-demand, come tour virtuali guidati a pagamento o corsi interattivi in realtà virtuale. Le aziende che per prime investono in questi ambiti pionieristici possono ritagliarsi quote di mercato in assenza di molta concorrenza iniziale. Inoltre, la VR sta facendo convergere settori prima separati: ad esempio turismo e videogiochi si fondono nel turismo virtuale gamificato, fitness e gaming si uniscono nelle app di esercizio fisico in VR (come boxe o danza virtuali). Tutto ciò crea nuove opportunità di guadagno per chi saprà inventare prodotti e servizi VR innovativi.
Sviluppi tecnologici e tendenze future
La tecnologia della realtà virtuale è in rapida evoluzione. I prossimi anni vedranno progressi significativi sia dal punto di vista hardware che software, che renderanno le esperienze VR ancora più realistiche, accessibili e integrate con il mondo reale.
Sul fronte hardware, i visori VR stanno diventando sempre più potenti e confortevoli. I modelli di ultima generazione puntano a risoluzioni molto elevate (per eliminare l’effetto griglia dei pixel davanti agli occhi), ampi campi visivi e un peso ridotto per poterli indossare a lungo senza fatica. Un esempio emblematico è l’Apple Vision Pro, presentato nel 2023, che inaugura la categoria dei visori “mixed reality”: dispone di schermi micro-OLED ad altissima risoluzione e una miriade di sensori, combinando realtà virtuale e aumentata per offrire la cosiddetta “spatial computing” (computazione spaziale) di nuova generazione. L’ingresso di colossi come Apple nel settore XR conferma l’importanza strategica che queste tecnologie stanno assumendo. Parallelamente, produttori come Meta (Facebook) hanno puntato su dispositivi standalone relativamente economici (come l’Oculus Quest 2, uno dei visori più conosciuti e apprezzati dal grande pubblico) per abbassare la barriera d’ingresso alla VR. Oggi con qualche centinaio di euro è possibile acquistare un visore wireless che offre esperienze VR di qualità senza bisogno di PC né cavi – un fattore che sta favorendo l’adozione di massa.
Un altro campo di sviluppo chiave è quello delle interfacce sensoriali avanzate. Attualmente la VR è dominata da visione e udito, ma il futuro vedrà probabilmente un coinvolgimento maggiore del tatto (e chissà, magari dell’olfatto). Si stanno perfezionando guanti aptici che simulano la sensazione di toccare e afferrare oggetti virtuali opponendo una resistenza alle dita. Esistono prototipi di tute o giubbotti aptici che fanno percepire all’utente vibrazioni o pressioni corrispondenti a eventi nel mondo VR (come l’impatto di un colpo o il rombo di un’esplosione). Nel settore research si sperimentano anche dispositivi per stimolare il senso dell’olfatto, emettendo odori sincronizzati con l’ambiente virtuale (immaginiamo un’esperienza VR in una foresta con il profumo di pini nell’aria). Sono tecnologie ancora acerbe, ma in costante miglioramento. Già negli anni ’60, il pionieristico Sensorama di Morton Heilig incorporava vento e odori per aumentare il realismo; oggi abbiamo i mezzi per riprendere quel filone e portarlo a maturità, avvicinandoci sempre più a una realtà virtuale multi-sensoriale completa.
Dal lato software e contenuti, una tendenza importante è la crescente disponibilità di strumenti di sviluppo e piattaforme per creare mondi virtuali. I motori grafici come Unity e Unreal Engine hanno introdotto plugin e supporto dedicati per VR, rendendo più semplice per gli sviluppatori produrre esperienze immersive. Grandi aziende come Adobe stanno lanciando applicativi (ad es. Adobe Substance 3D) per la creazione di contenuti 3D immersivi destinati a designer e artisti, democratizzando la produzione di materiale VR. Questo significa che il catalogo di applicazioni VR è destinato ad espandersi esponenzialmente: oltre ai giochi vedremo sempre più app educative, di produttività, social, ecc. in realtà virtuale.
Un altro sviluppo cruciale è l’integrazione tra realtà virtuale e reti internet ad alta velocità (5G). Attualmente le esperienze VR di qualità richiedono di scaricare localmente asset grafici pesanti, ma con le reti 5G e le future 6G sarà possibile fare streaming di ambienti VR dal cloud con latenza molto bassa. Ciò abiliterà applicazioni come il cloud gaming VR (giochi VR eseguiti su server remoti e trasmessi al visore in streaming) o la telepresenza in diretta da luoghi reali (immagina di assistere in VR, quasi in tempo reale, a un evento dall’altra parte del mondo tramite una serie di videocamere 360° sul posto). La connessione ultraveloce favorirà anche mondi virtuali persistenti con migliaia di utenti contemporanei.
Tutte queste innovazioni tecniche stanno convergendo verso la visione del metaverso, un termine divenuto molto popolare per indicare un futuro internet immersivo. L’idea del metaverso è un mondo virtuale condiviso su larga scala, una sorta di continuum digitale parallelo alla realtà fisica, in cui le persone possano entrare con i propri avatar per svolgere molteplici attività (lavorare, socializzare, fare acquisti, divertirsi). In pratica, l’evoluzione dei social network e delle piattaforme online in spazi 3D immersivi. La realtà virtuale è la porta di accesso naturale a questo metaverso: attraverso la VR, l’utente non osserva semplicemente uno schermo, ma vive dentro il mondo digitale. Non a caso Facebook Inc. ha cambiato nome in Meta nel 2021, segnalando una forte strategia orientata a costruire il metaverso VR/AR. Anche altre grandi aziende (Microsoft con la sua piattaforma Mesh, Epic Games, Nvidia, etc.) stanno investendo in questo scenario. Nel prossimo futuro, potremmo assistere a uffici virtuali dove colleghi di diversi paesi lavorano fianco a fianco con avatar realistici, concerti ed eventi globali tenuti in arene virtuali affollate, interi ecosistemi economici virtuali con monete digitali e beni virtuali scambiati come nelle economie reali.
È chiaro che siamo solo agli inizi di questa trasformazione: come ha osservato Zuckerberg, i contesti d’uso della VR che vedremo in futuro non li abbiamo ancora nemmeno immaginati completamente. I prossimi anni saranno probabilmente decisivi nel tracciare il percorso di questa tecnologia, con continue sorprese sul piano delle applicazioni.
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La realtà virtuale si sta affermando come una tecnologia trasversale e rivoluzionaria, capace di incidere profondamente su molteplici aspetti della società e del business. Nel corso dell’articolo abbiamo visto come la VR trovi impiego dall’intrattenimento alla medicina, dalla formazione al marketing, offrendo ovunque un valore aggiunto in termini di esperienza e efficacia. Uno dei punti di forza della realtà virtuale è proprio questa sua duplice natura informativa e commerciale: da un lato arricchisce la fruizione di contenuti educativi, culturali o di utilità (perché coinvolge attivamente l’utente), dall’altro apre nuove opportunità economiche e di mercato per le imprese che la adottano. In un visore VR si incontrano dunque sia il desiderio umano di conoscenza e di emozioni, sia la ricerca di soluzioni innovative per comunicare, produrre e vendere.
I vantaggi analizzati – maggiore immersione, migliore apprendimento, sicurezza, risparmio di costi, accesso globale e nuovi modelli di business – spiegano perché la VR stia conoscendo un’adozione crescente. Certamente restano delle sfide: migliorare ulteriormente la tecnologia, renderla più accessibile, creare contenuti di qualità e trovare un equilibrio tra mondo virtuale e realtà fisica. Tuttavia, i trend attuali indicano che la realtà virtuale diventerà sempre più presente nella nostra vita quotidiana e nel modo in cui interagiamo con il digitale. Tra qualche anno potremmo ritrovarci a fare cose oggi impensabili – come partecipare a una riunione di lavoro in VR come fosse la norma, o visitare musei e località turistiche virtualmente prima di prenotare un viaggio.
In conclusione, la realtà virtuale rappresenta un cambiamento di paradigma tecnologico simile a ciò che furono i personal computer negli anni ‘80 o gli smartphone negli anni 2000. Le aziende e le istituzioni che sapranno coglierne per tempo le potenzialità potranno beneficiare di un vantaggio competitivo e contribuire a plasmarne gli sviluppi futuri. Allo stesso tempo, per i consumatori e i cittadini, la VR offre strumenti e opportunità prima inimmaginabili – sta a noi usarli al meglio. Quello che è certo è che il confine tra reale e virtuale sarà sempre più sottile, e la “realtà” virtuale diventerà parte integrante della realtà di tutti i giorni. I mondi che oggi esploriamo attraverso un visore domani potrebbero essere semplicemente un altro luogo dove viviamo, lavoriamo e creiamo valore, in un continuo intreccio tra esperienza umana e tecnologia digitale.
Ora che hai una panoramica completa su che cos’è la realtà virtuale, su la realtà virtuale cos’è e su come un visore realtà aumentata o i visori realtà aumentata possano offrire soluzioni innovative, è il momento di passare all’azione.
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Non lasciarti sfuggire l’opportunità di distinguerti dalla concorrenza e di posizionarti come un’azienda davvero innovativa. La realtà immersiva sta cambiando il mondo del lavoro, dello shopping e dell’intrattenimento: fai in modo di non restare indietro. Chiedi subito un preventivo per iniziare a costruire insieme la tua prossima esperienza in realtà virtuale.
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